Nel governo manca il titolare del turismo
L’unica via d’uscita per risollevare il turismo dalla crisi è quella dei saldi. Almeno è questa la proposta di Intesaconsumatori, che chiede “svendite di vacanze e pacchetti turistici dal 30 al 50%”. Peccato però che i saldi, quest’anno, non siano serviti nemmeno a dare una boccata d’ossigeno al commercio al dettaglio. Il fatto è che il calo delle presenze di stranieri e italiani, oltre a essere l’effetto dei rincari, è anche il sintomo di una crisi profonda di uno dei principali settori economici. Nel 2003 il fatturato del turismo ha raggiunto 80 miliardi di euro, pari al 6,1% del Prodotto interno lordo, con due milioni di lavoratori. Mentre se si considera il settore “allargato” si arriva a 143 miliardi, pari all’11% del Pil. “In tre anni abbiamo avuto l’attentato alle Torri gemelle, l’epidemia di Sars in Cina, la guerra in Iraq. Ma nonostante tante promesse non è stato preso alcun provvedimento per il turismo. Preciso che non è un’accusa a questo governo, dato che nemmeno quello precedente ha fatto granchè”, si lamenta il presidente di Confturismo-Confcommercio Barnabò Bocca.
Il governo di centrosinistra, in realtà , aveva allargato al turismo i contributi a fondo perduto della legge 488. L’ultimo bando ha messo a disposizione 441 milioni di euro. Ma è stato un palliativo concentrato al Sud.
Il problema è la mancanza di scelte politiche. Il ministero del Turismo è stato abolito per referendum e le competenze ora sono passate alle Attività produttive. Dove però nessuno ha la delega. Il sottosegretario leghista Stefano Stefani, al quale Antonio Marzano aveva assegnato i poteri, dopo aver lanciato l’allarme per la diminuzione delle presenze germaniche negli alberghi italiani, reagì allo scontro all’europarlamento fra il socialista Martin Schultz e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi suggerendo di fare “un test d’intelligenza” ai tedeschi. Scivolone che provocò le sue dimissioni e l’annullamento delle vacanze in Italia del premier tedesco Gerhard Schröder. Da allora la delega è vacante.
Il che aumenta ancora di più la confusione già esistente. Già perchè la riforma del titolo quinto della Costituzione ha trasferito gran parte delle competenze alle Regioni.